Emilia-Romagna
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L’Emilia-Romagna è una delle regioni vinicole più prolifiche dell’Italia.
La vite fu qui introdotta dagli Etruschi e successivamente adottata dai Romani, che utilizzavano la via Emilia (da cui prende il nome la regione) per il trasporto del vino tra le sue città. I vitigni utilizzati qui per molti secoli erano della specie Vitis labrusca piuttosto che della Vitis vinifera usata oggi in tutto il mondo. Le famose varietà di Lambrusco dell’Emilia-Romagna derivano dalla specie Vitis labrusca.
Oggi, circa il 15 percento del vino prodotto in Emilia-Romagna rientra nei 20 titoli DOC della regione e solo una piccola parte nelle sue due DOCG (Albana di Romagna e Colli Bolognesi Classico Pignoletto).
La diversità geografica della regione è significativa e gioca un ruolo importante nella creazione dei vari terroir che si trovano qui. A ovest le dolci colline e le vette appenniniche cedono il passo alle pianure più basse a est di Parma, Modena e Bologna, e oltre le pianure costiere della provincia di Ferrara, dove una notevole porzione di territorio si trova appena sotto il livello del mare. Il fiume Po scorre da ovest a est attraverso tutte queste caratteristiche, segnando il confine settentrionale della regione e collegando l’Appennino al mare Adriatico.
La produzione vinicola dell’Emilia-Romagna è divisa equamente tra bianchi e rossi, i vitigni dominanti sono Malvasia e Lambrusco, Trebbiano, Barbera, Bonarda e ovviamente Sangiovese. Una grande percentuale di queste uve viene utilizzata per produrre vini spumanti, frizzanti o spumanti, di cui i più notevoli sono i cinque Lambrusco DOC di Salamino di Santa Croce, di Sorbara, Grasparossa di Castelvetra, Modena e Reggiano. Nonostante il suo ampio portafoglio di rinomate varietà italiane e internazionali (Chardonnay, Pinot Blanco e Cabernet Sauvignon sono utilizzati sia nei vini varietali che nei blend), l’unicità dell’Emilia-Romagna deriva dai suoi rari vini DOC locali.