Mai rimandare di baciare una bella ragazza od aprire una bottiglia di whisky.
(Ernest Hemingway)
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Il Whisky è certamente il distillato per eccellenza, ricco di storia e di qualità. Quale tipo di whisky fa per te?Oggi vogliamo guidarti tra le diverse tipologie, tra curiosità e storia.
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Whisky e Whiskey?
La parola whisky o whiskey è un’anglicizzazione dal gaelico irlandese uisce o gaelico scozzese uisge che significa acqua. In particolare con “uisce beathe” o “uisge beatha” si traduceva il latino aqua vitae (denominazione latina dell’alcol distillato), dando vita al termine “acqua viva” o “acqua della vita”.
Ti stai chiedendo perché a volte leggi Whisky e altre Whiskey?
Da secoli Irlanda e Scozia si contendono il primato per la maternità di questo alcolico. Si tratta di due bevande “sorelle”, sono simili ma diverse a livello di olfatto e gusto.
La prima testimonianza del whisky si trova negli Annali di Clonmacnoise (Irlanda), dove nel 1405 si racconta di un chieftain della zona morto per intossicazione dovuta alla bevanda.
Il Whisky viene prodotto in Scozia e in Canada, mentre il Whiskey in Irlanda e negli Stati Uniti.
Whisky: ingredienti e produzione
Gli ingredienti principali del Whisky sono l’acqua (sorgiva), i cereali (di solito segale, grano, mais e orzo che può essere sia maltato oppure no); la torba impiegata per essiccare il malto, e il lievito.
La produzione parte con il maltaggio del cereale (di solito l’orzo) che rende più solubili gli amidi contenuti nel seme trasformandoli in zuccheri fermentabili.
La maltazione è una germinazione parziale del chicco, che viene prima lasciato a bagno per 2/3 giorni e poi essiccato in forni alimentati da torba. Questa operazione è importante poiché, a seconda delle regioni, la torba ha composizioni diverse e conferisce al prodotto particolari caratteristiche.
Nel Whisky la distillazione avviene in 2 tempi e in 2 diversi alambicchi.
Il mosto fermentato viene versato nel primo alambicco, il più grosso e di solito di rame e riscaldato con vapore. Questa prima distillazione contiene anche alcol metilico con gradazione tra i 22 e i 24 gradi. Con la seconda distillazione si elimina la componente formata da elementi con un punto di evaporazione più basso rispetto all’alcol etilico, noto come “testa” e poi a temperatura controllata si fanno evaporare gli alcoli superiori ed esteri grevi che vengono scartati, ossia la “coda”. Testa e coda sono nocivi per l’uomo.
Da questo procedimento si ottiene un’acquavite pura e trasparente, il “cuore”, con gradazione alcoolica di circa 75 gradi, che andrà miscelato con acqua per abbassare la gradazione alcolica, prima di passare alla maturazione.
La maturazione del whisky richiede un minimo tre anni (ma può superare anche i 20) in botti di rovere.
Il tipo di legno utilizzato e ciò che le botti contenevano in precedenza lascia una firma anche nel whisky prodotto.
Per questo quasi sempre si usano botti impiegate precedentemente per la produzione di bourbon o sherry e che trasportano gli aromi di questi liquori. Solitamente i single malts maturano in botti di rovere americano.
Whiskey: ingredienti e produzione
Per produrre il loro Whiskey gli irlandesi non solo usano insieme orzo maltato e non maltato, inoltre preferiscono usare il carbone nel processo di latazione, questa scelta dà al loro distillato un sapore più affumicato.
Infine, il prodotto viene miscelato con distillati prodotti da altri cereali, alleggerendo il corpo.
Il whiskey irlandese viene distillato 3 volte in alambicchi più grandi rispetto a quelli usati in Scozia.
Tipi di Scotch Whisky
Vediamo ora le principali differenze tra i Whisky scozzesi. Ricordiamo che, secondo la normativa europea e lo Scotch Whisky Act del 1988 in Scozia è possibile produrre solo whisky scotch.
Single Malt Scotch Whisky
Il Single Malt è il whisky per antonomasia, in questa categoria ricadono i whisky classici, prodotti con puro orzo maltato, grazie a un processo lungo. Per potersi fregiare di questo nome è necessario che l’orzo venga trasformato in malto in Scozia (mentre la materia prima può essere coltivata ovunque), la distillazione deve essere almeno doppia e l’affinamento in botte deve essere di almeno 3 anni.
La realizzazione può avvenire con una miscela di malti, di solito provenienti dalla stessa distilleria, il cui più giovane deve avere l’età dichiarata in etichetta. Per cui quando sull’etichetta leggiamo “20 anni” questo si riferisce all’età minima dei malti che lo compongono. Di solito l’introduzione nella miscela di whisky più maturi, serva a garantire una maggiore complessità al distillato.
Affinamento e imbottigliamento devono avvenire in Scozia.
Grain Whisky
Come il single malt deve essere distillato e imnottigliato in un’unica raffineria. Viene prodotto usando frumento (grano) mescolato con altri cereali, come l’orzo (maltato o non maltato).
Detto anche “Whisky di grano”, non è particolarmente diffuso sul mercato perché di solito viene usato principalmente come ingrediente per i blend, anche se ultimamente sta conquistando nuovi estimatori.
Il suo invecchiamento deve durare almeno 3 anni e un giorno.
Blended Malt Whisky
Questi whisky, noti anche come Vatted, si ottengono dalla miscela di almeno 2 single malt prodotti da diverse distillerie.
Anche in questo caso l’invecchiamento deve essere superiore ai tre anni.
Blended Scotch Whisky
Questo Whisky è lo scotch più venduto, si ottiene da una miscela tra un Single malt Scotch whisky e Single Grain Scotch whisky.
Si tratta di mix creati per ottenere un prodotto adatto a un mercato di massa.
Irish Whiskey
Come abbiamo detto, il distillato irlandese ha differenze sostanziali con il Whisky scozzese.
L’Irish whiskey viene prodotto con una base di malto a cui possono essere aggiunte segale, avena o grano. Inoltre, l’uso del carbone al posto della torba, e le tre distillazioni danno una composizione di sapori e profumi diversa. La distillazione può avvenire anche in maniera mista, ossia con alambicchi continui e discontinui.
In generale si tratta di distillati dal sapore più morbido, mieloso e delicato e molto più vellutato rispetto allo Scotch whisky.
Gli anni di affinamento in botte sono 3 come per lo Scotch.
American Whiskey
Il distillato irlandese ha attraversato l’oceano, sbarcando nel nuovo mondo.
Il Whiskey Americano si ottiene distillando principalmente cereali come mais e segale. L’uso di queste materie prime porta a un prodotto molto più morbido rispetto a quelli a base di malto prodotti in Europa.
Gli American Whiskey si dividono in tre tipologie: il Bourbon, il Tennesse Whiskey e il Rye.
Sono tutti ottenuti dalla distillazione di mais e segale, ma con diverse percentuali.
Bourbon Whiskey
Per questo Whiskey si usa una percentuale di mais di almeno il 51% fino a punte dell’80%. Al mais si aggiungono segale e piccole quantità di malto. Il gusto del bourbon è caramellato, molto speziato, con un forte sapore affumicato. La morbidezza del prodotto è legata alla dolcezza del grano.
Nato nel 1789 nella contea di Bourbon nel Kentucky, a opera del reverendo Elijah Craig. La maturazione avviene in botti di quercia bianca nuove e carbonizzate, per almeno due anni.
La botte non può essere usata più volte e viene venduta alle distillerie scozzesi, per l’affinamento dello Scotch in un legno aromatico e non aggressivo.
Straight Bourbon
Lo Straight Bourbon viene affinato almeno due anni in botte e contiene solo cereali e acqua, senza altri “ingredienti”. Se non espressamente specificato in etichetta, gli anni di affinamento sono almeno quattro.
Rye Whiskey
Nei Rye Whiskey l’ingrediente principale è la segale, per almeno il 51% del composto. Il gusto del rye è austero, con note speziate, pungenti di oliva e menta al limite dell’amaro.
Anche questo distillato viene affinato in botti di quercia americana carbonizzata.
Tennessee Whiskey
Anche per questo Whiskey, come per il bourbon, si usa una percentuale di mais di almeno il 51%.
Il Tennessee Whiskey viene filtrato in carboni di acero, ottenendo un carico di sapori affumicati.
Tra i più famosi ci sono il Jack Daniel’s e il George Dickel whisky.
Moonshine
Questo whiskey nasce come distillato illegale. Il nome stesso riporta alla notte e al chiaro di luna, momento ideale per i distillatori illegali.
La sua caratteristica di prodotto artigianale fa sì che non esista una ricetta precisa e univoca. Normalmente è composto da una mistura di cereali, con l’aggiunta di zucchero e/o frutta. La sua composizione varia anche in base alle diverse zone di produzione o dal tipo di cereale disponibile. Non viene affinato in botte e veniva prodotto in luoghi isolati, in particolare vicino ai fiumi (per avere sempre a disposizione acqua fresca).
Domande utili
Come si riconosce un buon whisky?
Per riconoscere un buon whisky è necessario approcciarsi alla sua degustazione, partendo dall’olfatto.
Al naso il whisky non deve avere un evidente odore di alcol.
Una volta bevuto, non devi provare sensazione di irritazione al palato o avere difficoltà a riconoscere il bouquet di sapori.
A volte, però, non è possibile assaggiare il prodotto che acquisteremo. In questo caso facciamo affidamento all’etichetta, orientandoci su whisky che abbiano almeno 10 anni di invecchiamento. Un altro consiglio è quello di evitare quelli che contengono additivi.
Qual è il miglior whisky torbato?
Il Lagavulin 16 anni, una certezza per gli appassionati di single malt, il suo gusto deciso lascia spazio a sapori di caffè, tabacco e torba.
Whisky Giapponesi
La produzione giapponese di distillati ha seguito lo stile scozzese. Mettendo sul mercato sia Blended che Single Malts dai sapori morbidi e profumati.